Lockdown e paura del contagio: Covid-19

In questi giorni stiamo sperimentando la paura del contagio.

L’altro è diventato un possibile passaggio di malattia, nei casi più gravi di morte.

Tenere le distanze è la parola d’ordine, niente più abbracci e baci, niente più strette di mano, quelle strette di mano che siamo abituati a scambiarci in chiesa in segno di pace.

Allo stesso tempo, per il nostro bene e per quello degli altri, abbiamo avuto l’ordine di restare in casa.

La casa, il luogo che simbolicamente rappresenta la nostra storia, i nostri ricordi.

E’ un tempo in cui siamo chiamati a rinunciare alle distrazioni e ad entrare in contatto con una parte più profonda di noi stessi, quella parte che a causa delle distrazioni esterne spesso trascuriamo perché ci rimanda a ciò che siamo, a ciò che muoviamo nelle relazioni.

Così come ci insegna la mediazione è il momento di trasformare un’esperienza negativa in una semplice esperienza, fonte di insegnamento sul vero senso della vita.

Perché il senso reale della vita è dentro di noi e non fuori.

Il Covid-19 ci sta obbligando a fare cose che avevamo ormai perso e ci riporta verso una dimensione familiare riassunta in una prescrizione: resta a casa!

Ma è proprio in casa, nella famiglia, che simbolicamente troviamo le risposte per arginare la paura del contagio, attraverso una madre che rappresenta la cura, la fiducia, la speranza e un padre che rappresenta la regola, la solidarietà e l’eredità.

L’incontro di queste due polarità trova a specchio riscontro negli interventi programmati dal governo, la cura dei malati e il rispetto di regole condivise.

Le attività lavorative si sono fermate, ma abbiamo ritrovato un tempo per parlare, riflettere, leggere, coltivare le relazioni in una maniera diversa che si sostanzi in una vicinanza anche attraverso una distanza imposta.

Ed è proprio in questo nuovo concetto di vicinanza che cogliamo il senso profondo della mediazione familiare:

nei momenti difficili, quando ci sembra di aver perso tutto, possiamo ritrovare uno spazio diverso dove coltivare la relazione, anche quando, di fatto, si è creata una distanza fisica, in una vicinanza dell’anima che tutto il male può sconfiggere

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